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Il 4 agosto del 2013 ricorreranno esattamente trentasei anni dalla emanazione della legge 517 del 1977. Quella legge segnò l'inizio dell'inserimento dei disabili nelle scuole comuni. Da allora molti passi avanti sono stati compiuti in ambito scolastico e non solo, e si può ben affermare che la battaglia per l'inserimento sia stata vinta, intendendo con ciò, che il cento per cento degli alunni in situazione di handicap sono burocraticamente iscritti in tutti gli ordini di scuola. Ma che ne è dell'integrazione intesa come relazione, come reale scambio interpersonale fra quegli studenti e il resto del mondo? Credo che questa battaglia sia in buona parte ancora da combattere. Come? Con quali strumenti? La tesi espressa in queste brevi riflessioni è che di quest'ultima battaglia (a differenza della prima) nessuna legge, per quanto buona, nessuna risorsa, per quanto ingente, possa garantire l'esito favorevole poiché la reale interazione fra gli individui (disabili inclusi) affonda le proprie radici nel profondo di ognuno di noi. Se la prima battaglia è stata vinta anche attraverso la diffusione della conoscenza razionale, (leggi, competenze professionali ecc.) in questa seconda battaglia non c'è niente da capire... è necessario imparare a sentire in modo diverso.